giovedì 29 ottobre 2015

La Simbologia Del CUORE

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Il cuore è stato a lungo utilizzato come un simbolo riferito alla spiritualità, emotività, moralità, insita nell'essere umano. Un tempo si riteneva il cuore sede della mente umana e le rappresentazioni stilizzate di cuori sono molto diffusi in simboli che rappresentano l'amore.

Nel folklore europeo il cuore viene tradizionalmente disegnato in una forma stilizzata, in genere di colore rosso, che indica sia sangue sia, in molte culture, la passione. La forma è solo vagamente simile al cuore umano, tanto che alcune persone sostengono che in realtà rappresenti il cuore di una mucca, mentre secondo altri è la rappresentazione di un monte di Venere di una vulva (come nel simbolo tantrico del "Yoni"). Altre fonti hanno suggerito che il simbolo si riferisca a dei seni femminili, o delle natiche di una donna piegata in avanti.

Alcuni storici ritengono che questo simbolo derivi dalla forma del geroglifico egizio utilizzato per indicare il concetto del cuore: a sua volta, questo carattere potrebbe derivare dal seme di silfio, una pianta con virtù anticoncezionali estinta. Questa relazione potrebbe essere giustificata dal significato sessuale del simbolo egizio, combinato con l'ampio uso del silfio nell'antico Egitto per il controllo delle nascite. 

Sui reperti antichi la figura esisteva da molto tempo, ma con un altro significato. Era la rappresentazione delle foglie di una pianta. In Grecia, in genere, indicava la vite. Nel mondo etrusco simboleggiava le foglie di edera, veniva inciso sul legno e sul bronzo e dato in regalo agli sposi durante i matrimoni, come augurio di fertilità, di fedeltà e rinascita. I buddisti ci vedono, dal II secolo in poi, il segno dell’illuminazione.



La svolta avviene proprio in quel periodo, ma in ambiente romano. È il medico Galeno che, sulla base delle sue osservazioni anatomiche, scrive circa 22 volumi di medicina, destinati a diventare un caposaldo per la disciplina nei secoli a venire. È qui che parla del cuore come di una specie di foglia di edera rovesciata, a forma di cono. Non si capisce come mai, ma la sua migliore descrizione è questa. E non lo sa, ma è destinata a influenzare il futuro.

Il simbolo del cuore come lo conosciamo noi oggi compare nel 1200, in un manoscritto del Roman de la Poire (Il romanzo della Pera), in cui due amanti sbucciano insieme una pera con i loro denti. 

Segue la Cappella degli Scrivegni, di Padova, dove Giotto raffigura, tra le varie cose, un ritratto allegorico della Carità che porge il suo cuore a Cristo. E anche qui ha la forma, fin troppo riconoscibile, del cuore moderno. Eppure, come dimostrano i disegni di Leonardo da Vinci, nel XV secolo, il cuore era ben conosciuto dal punto di vista anatomico.

Il colpo finale, però, arriva nel 16esimo secolo, con le carte da gioco francesi. Qui ogni seme ha la sua rappresentazione. Le picche, i fiori, i quadri. E i cuori, che hanno, da quel momento, quella forma definitiva.




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